The Night Agent


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Shawn Ryan
INTERPRETI: Gabriel Basso, Luciane Buchanan, Amanda Warren, Arienne Mandi, Keon Alexander, Louis Herthum, Berto Colon, Michael Malarkey, Rob Heaps
SCENEGGIATURA: Shawn Ryan, Munis Rashid, Anayat Fakhraie, Corey Deshon, Imogen Browder, Tiffany Shaw Ho, Lukas Johnson
PRODUZIONE: MiddKid Productions, Exhibit A, Project X Entertainment, Sony Pictures Television
ANNO DI USCITA: 2023 – in corso
STAGIONI: 2 (20x45-55')
PRIMA MESSA IN ONDA: Netflix
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Netflix
GENERE: thriller, azione

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >14
Presenza di scene sensibili: violenza diffusa; una breve sequenza che mostra una persona sfigurata da una sostanza chimica; turpiloquio.

Trovate la recensione della stagione precedente qui.

 

Peter Sutherland è in missione in Thailandia per conto di «Night Action», programma segreto di controspionaggio. Abbandonata la scrivania dietro cui lavorava nella scorsa stagione, ora la sua attività si svolge sul campo. Ma un’infausta imboscata, opera di un anonimo traditore, lo obbliga a far perdere ogni sua traccia. Non solo: Rose Larkin, già in precedenza sua involontaria compagna di sventura, è di nuovo trascinata nella bufera. E anche stavolta, per colpa di una misteriosa telefonata: un’enigmatica voce le domanda se sappia dove si trova lo scomparso Peter.
Pur godendo di buona salute, grazie ad una trama che riesce, con una certa scaltrezza, a sovvertire più volte il suo articolato scacchiere di personaggi, la nuova stagione di The Night Agent lascia l’impressione di voler raccontare una storia diversa da quella d’esordio. Una differenza dovuta a un sottile, ma non trascurabile, slittamento tematico. Caduto in discredito a causa del cattivo nome del padre Peter Sr., il Peter precedente sospirava di vedersi riconosciuto, di riguadagnare la stima perduta, di porre rimedio alla sua simbolica orfanezza. Il Peter di oggi, invece, ha un’altra sfida da vincere: evitare il rischio di imitare suo padre. Di farsi traditore a sua volta.

 

 

Approfondimento 

 

Tutto è come prima. Eppure nulla lo è. L’ingombrante fantasma di Peter Sr. non cessa di incombere: ma non si tratta più, innanzitutto, di una scomoda eredità di cui sbarazzarsi, cosicché Peter Jr. non debba essere giudicato in funzione degli errori di suo padre. E la già pallida speranza di riabilitarne la memoria, di trovare una valida o comprensibile spiegazione al suo famigerato tradimento, si fa anch’essa sempre più remota. Il ricordo di Peter Sr. agisce piuttosto come il monito a non ripeterne le scelte.

 

Cosa ami di più?

Il che è meno facile di quanto sembra: The Night Agent non fa che porre i suoi personaggi in condizioni a dir poco dilemmatiche, in particolare per via del coinvolgimento di uno o più familiari in quella che è una partita di spionaggio internazionale combattuta senza posa, fino all’ultimo minuto. C’è chi agisce sotto la minaccia di perdere i propri cari e chi, invece, vive un legame personale con uno dei suoi alleati o avversari: ragioni di sicurezza nazionale e conti in sospeso personali non fanno quindi che sovrapporsi. C’è chi opta per un deliberato sacrificio dell’una o dell’altra causa e chi, come Peter, cammina lungo un crinale irto di insidie: quello di continuare a servire Night Action e, allo stesso tempo, assicurarsi la salvezza della malcapitata Rose.
Non si tratta più dell’agente orfano di un padre rinnegato e di una nazione che gli è irriconoscente, ma di un uomo (tacitamente) innamorato, che vorrebbe risparmiarsi una dolorosa, in apparenza inevitabile, alternativa: salvare Rose o adempiere al suo incarico. Una scelta da cui dipende non soltanto il rischio di macchiare la propria reputazione, già immeritatamente perduta una volta, ma quello di replicare il tradimento di suo padre, di diventare effettivamente colpevole. Stavolta, a condannarlo potrebbero essere non già le azioni di un altro, ma le sue.
Tutto dipende dalla risposta ad una tormentosa domanda: io cosa amo di più?

 

Non lo stesso Peter

Non che fra il tema della prima stagione e quello della seconda non vi sia alcun nesso. Né è da escludere (anzi) che i futuri episodi svelino nuovi dettagli su Peter Sr., così che il martello torni a battere su quello che era l’argomento d’origine. E nemmeno si è obbligati a concludere che la storia inaugurata dalla seconda stagione sia peggiore della prima: entrambe insistono su problemi ugualmente significativi. Seguire Peter Jr. mentre cerca di decidere quale persona vuole essere lui, indipendentemente da ciò che suo padre ha scelto per sé, ha senz’altro un valore.
Ma nel caso qualcuno avvertisse un’omissione, qualcosa che rende il nuovo Peter Jr. non del tutto riconoscibile, non avrebbe torto a crederlo. Ciò che distingueva The Night Agent da altri thriller di spionaggio era la peculiarità del suo protagonista, che nel duellare contro i nemici degli Stati Uniti sospirava in segreto di essere di nuovo figlio di qualcuno. Ma di quel Peter ora resta soltanto un valido agente, un generico uomo perbene, che vediamo sforzarsi di restare tale.
Gli auguriamo di restarlo. Ma è anche lecito sperare che i preparativi della terza stagione – già preannunciati nella seconda – prevedano il ritorno del Peter Sutherland Jr. che conoscevamo.

Marco Maderna

 

Temi di discussione

  • Il conflitto tra la sicurezza nazionale e i conti in sospeso personali;
  • Scegliere cosa si ama di più;
  • Scegliere chi si vuole essere, indipendentemente dalle scelte di chi ci ha generato.