The Chosen – quarta stagione (in corso)


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Dallas Jenkins
INTERPRETI: Shahar Isaac, Jonathan Roumie, Elizabeth Tabish, Paras Patel
SCENEGGIATURA: Tyler Thompson, Dallas Jenkins, Ryan Swanson
PRODUZIONE: Loaves and Fishes, Angel Studios, Out of Order.
ANNO DI USCITA: 2019 – in corso
STAGIONI: 4 (8x30-50') + un prologo e un Christmas special
PRIMA MESSA IN ONDA: sul sito https://watch.angelstudios.com/thechosen e sulla app dedicata
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: sul sito angelstudios, la prima stagione su Netflix, diverse puntate su Youtube e in diverse altre piattaforme a seconda del Paese. In Italia è possibile seguirla sul sito https://thechosen.it.
GENERE: storico-religioso

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >12
Presenza di scene sensibili: nessuna

CONSIGLIATA DA ORIENTASERIE

 

I primi due episodi della quarta stagione sono stati visti in anteprima al cinema. Disponibili prossimamente su piattaforma.

Trovate la recensione delle stagioni precedenti qui.

 

 

The Chosen – la serie televisiva co-scritta e diretta da Dallas Jenkins sulla vita di Gesù e quelli che gli stanno intorno, di cui vi abbiamo già raccontato – è giunta alla sua quarta stagione (il progetto originale ne prevede sette). Proprio come accaduto nel caso della terza stagione, i primi due episodi della nuova stagione hanno fatto il loro ingresso in anteprima in alcune sale cinematografiche, divenendo nel giro di pochissimi giorni il secondo contenuto più visto. Un’ulteriore conferma di un successo straordinario che ha raggiunto oltre 200 milioni di spettatori, 12 milioni di follower sui social e che ha generato oltre 770 milioni di visualizzazioni.
Se le prime tre stagioni di The Chosen si concentrano sull’arrivo, il ruolo e il mistero di un Gesù empatico e compassionevole, la quarta evidenzia le prime note più dolorose e oscure della sua missione. “È la stagione più profonda e più matura” spiega proprio Jenkins in un messaggio agli spettatori, trasmesso in sala prima dell’inizio della nuova serie, “dove si mostra un Gesù stanco e provato”.
Replicando un impianto narrativo simile alle precedenti stagioni, dove i moment più cupi si alternano a quelli più divertenti, The Chosen allevia con punte di ironia una tensione drammatica sempre più profonda. Centrali in questi primi episodi la figura di Giovanni Battista, la cui condanna a morte prefigura il destino che Gesù stesso subirà, e quella di Simone, chiamato da Gesù a ricoprire il ruolo di Pietro, due personaggi emotivamente forti, protagonisti di archi narrativi che susciteranno dolore, sgomento e nuovi conflitti e gelosie negli altri discepoli, mettendo a dura prova anche lo stesso Simone e il giovanissimo Matteo, alle prese con lezioni di umiltà e perdono.
Questa quarta stagione conferma di essere di fronte a un prodotto di buona qualità, dove non mancano limiti dovuti per lo più a una lentezza narrativa e ritmica e all’eccessiva verbosità di alcune scene secondarie a discapito di passaggi centrali che avrebbero invece meritato una maggiore intensità. Ciononostante, The Chosen intrattiene e commuove, grazie a quei punti fermi che l’hanno resa celebre: una narrazione e un messaggio di fondo di gran valore, un racconto autentico e universale, un Gesù empatico e caloroso, e personaggi psicologicamente ben sfaccettati, sopraffatti da dubbi e timori comuni, che li rendono profondamente umani e a noi vicini.

 

 

Approfondimento 

 

Una stagione all’insegna della stanchezza e del dolore, dove non mancano momenti di gioia, ma dove la posta in gioco per tutti i principali personaggi si fa sempre più alta. È questo quello che ci attende nella quarta stagione di The Chosen, serie sulla vita di Gesù destinata a metterci di fronte ad alcuni degli avvenimenti più intensi e commoventi del suo mistero. Bastano pochi minuti a calarci nella narrazione, presagendo quanto ci aspetta. Gesù, cui ancora una volta il bravissimo Jonathan Roumie regala profonda umanità e dolcezza, è al centro di tensioni sociali e politiche sempre più violente, vive sulla sua stessa pelle il disagio emotivo e fisico che il suo mistero si porta dietro, mentre i discepoli e tutti quelli che lo seguono sono posti di fronte a nuovi conflitti interni ed esterni.

 

 

Da Giovanni Battista a Simon Pietro: sacrificio, vulnerabilità e crescita

 

Il primo episodio ruota intorno alla figura di Giovanni Battista e al tema della perdita e del sacrificio. Le immagini della sua nascita, presentate attraverso dei flashback, si alternano a quelle del presente, con il destino amaro di una condanna a morte ingiusta, cui Giovanni va incontro con coraggio e serenità d’animo. La morte del Battista genera turbamento e sofferenza, ma il sorriso con il quale Giovanni porta a compimento la sua missione è disarmante e infonde speranza in chi guarda. La drammaticità di questo evento emotivamente coinvolgente viene stemperata attraverso momenti di convivialità e celebrazione, come l’annuncio del fidanzamento di Tommaso e Ramah o la stipula del contratto per la vendita di olio, che darà un po’ di respiro a Gesù e ai suoi discepoli. A fare da filo conduttore del secondo episodio è invece il concetto dell’elevazione e delle vulnerabilità. Non solo quella di Simone, rinominato “Pietro” sul Monte Hermon, ma anche quella di Shmuel al Sinedrio, due condizioni che invitano i protagonisti stessi, ma anche i discepoli e tutti i personaggi intorno a loro, a porsi domande sempre più autentiche sul senso del proprio ruolo e sulle conseguenze delle proprie azioni.
Proprio come nelle precedenti stagioni, Gesù invita i discepoli ad essere impavidi di fronte al male e disposti a seguirlo comunque, anche in quei luoghi più oscuri, ma lascia loro in eredità molti altri insegnamenti: Andrea imparerà ad elaborare il dolore per la perdita di Giovanni, senza rinunciare a sorridere; Giuda, seguito da Simone lo Zelota, si cimenterà nei lavori più umili, come lavare i panni sporchi, riscoprendo il valore della saggezza; Giacomo e Giovanni dovranno fare i conti con le insidie della gelosia, Simone e Matteo saranno invitati a riflettere sui loro errori e sulle loro convinzioni, mettendo da parte reciproci risentimenti per abbracciare pentimento e perdono.

 

Una serie di successo e di qualità

 

Interessante inoltre il contrasto tra il regno di Erode, universo eretto su fondamenta come falsità e ipocrisia, potere e ricchezza, risentimento e piacere, e quello di Gesù, sinonimo di speranza, amore, ma anche di modestia, duro lavoro, successi e sconfitte che si riflettono nella quotidianità dei diversi personaggi. Nonostante qualche limite, generato ancora una volta da scene prolisse segnate da un ritmo rallentato e da dialoghi ridondanti, The Chosen resta una serie di qualità, attenta a dettagli come scenografie, costumi, effetti speciali, colonna sonora.  
Gli attori, perfettamente calati nei ruoli, restano il fulcro della narrazione e sono centro e motore di eventi drammatici commoventi. La narrazione coinvolge perché ancorata a un messaggio di fondo di gran valore, con un approccio coerente ai temi che si vogliono trattare e alle idee che si vogliono diffondere. Man mano che ci avviciniamo alla fine (la quinta stagione è attualmente in lavorazione) la tensione drammatica si fa più incalzante, ma la leggerezza e l’umorismo, mai fuori luogo, che caratterizzano questo prodotto, ci aiutano ad affrontare con serietà il dramma senza mai sminuirne la profondità. Il successo di The Chosen è meritato e resta forse il vero grande mistero di questa serie così preziosa.

Marianna Ninni

 

Temi di discussione:

  • I diversi modi in cui vivere il rapporto con Dio;
  • Il coraggio di proseguire nonostante ingiustizie e dolore;
  • La responsabilità di abbracciare nuovi ruoli;
  • La relazione tra i discepoli impone riflessioni su tematica profonde come il pentimento, il perdono, il sacrificio e la gelosia.