The Bear


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Christopher Storer
INTERPRETI: Jeremy Allen White, Ebon Moss-Bachrach
SCENEGGIATURA: Christopher Storer, altri
PRODUZIONE: FX Productions
ANNO DI USCITA: 2022
STAGIONI: 1 (8x21-48')
PRIMA MESSA IN ONDA: Disney+
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Disney+
GENERE: commedia drammatica

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >16
Presenza di scene sensibili: uso di alcol e droga, scene a contenuto sessuale e di nudo.

Il mondo delle cucine può essere spietato, non solo quello dell’alta cucina. Lavoro duro, dedizione e voglia di sporcarsi le mani. Bisogna resistere, tornare ogni giorno e avere uno scopo per farlo. Al centro di The Bear c’è Carmy – Carmen Berzatto – chef di origini italiane e grande promessa dell’alta cucina che è costretto a lasciare New York e una carriera promettente per tornare a Chicago e occuparsi della paninoteca di famiglia, lasciategli in eredità dal fratello Mikey, morto suicida. Il locale, dal nome esplicativo “The Beef. The original beef of Chicagoland”, è un tipico ristorante americano dove si sforna cibo a ripetizione, in cui i tempi sono frenetici e portare a termine il servizio ha le sembianze di una costante lotta quotidiana. Carmy cerca di portare nella cucina delle regole, di dare un ordine, tentando di salvare una nave che imbarca acqua da ogni parte. E in cui i compagni di viaggio paiono remare tutti in direzioni diverse. Ma la serie indugia ed esaspera il racconto da vicino del mondo della cucina, fatta di grandi quantità di cibo da preparare, imprevisti di ogni genere da gestire, difficoltà economiche da fronteggiare, piani di lavoro e pavimenti da pulire. Un mestiere che non lascia scampo, massacrante, che necessita di una dedizione pressoché assoluta. Carmy passa dalla pressione di un ristorante di alta cucina dove tutto è iper-controllato e gli standard da mantenere sono altissimi a un ambiente dove tutto sembra quasi improvvisato, una trincea in cui si corre come matti e l’importante é sopravvive.

 

 

Approfondimento 

The Bear si muove in un ambiente narrativo ancora relativamente poco esplorato come quello delle cucine e lo fa da una prospettiva interessante – seppur abbastanza settaria. Il racconto della quotidianità di Carmy e delle difficoltà che deve superare tende ad essere abbastanza pressante e claustrofobico (il ritmo alto è una delle caratteristiche principali della serie) anche se emerge sempre grande attenzione nella valorizzazione della componente umana e relazionale di cui il protagonista si fa carico. Carmy, infatti, nonostante le enormi difficoltà di cui si deve fare carico, cerca sempre di salvaguardare la possibilità che gli altri crescano, che diventino professionali nel mestiere che fanno, che possano acquisire nuovi strumenti e progredire. Nella sua confusione esistenziale e personale, la disciplina e l’ordine che la cucina gli impongono gli permettono anche di non essere in balia degli eventi, di avere un argine esistenziale – magari non sempre organico ma presente – a cui fare appello nei momenti di burrasca. Nel corso della serie, inoltre, emergerà il vero motivo per cui Carmy ha deciso di rimanere nell’inferno della cucina di famiglia e di provare a salvarlo. In un viaggio che resterà sempre tutto entro le quattro mura incrostate di una paninoteca di Chicago ma che ha un orizzonte ben più grande e universale e che ha come chiave di volta – tra gli altri – anche la ricerca di un riscatto.

La ricerca di una seconda occasione

È proprio questo uno dei temi principali che The Bear affronta: la ricerca di una seconda occasione che può dare i suoi frutti solo attraverso il duro lavoro e il sacrificio. Carmy tiene duro, resiste fino quasi a spezzarsi perché risollevare il ristorante significa tenere in vita la sua famiglia, già così duramente messa alla prova. È un eroe fragile, che resiste sotto i colpi di una realtà durissima e che non lascia scampo. Ma lo fa perché ha uno scopo, che dà significato alla fatica dei giorni. In questo, nella sua claudicanza esistenziale e nelle confusione che lo avvolge, Carmy è un personaggio che manifesta grandi contraddizioni, il cui movimento fisico costante è manifestazione di una irrequietezza personale, della lotta per far convivere le sue abilità e il suo destino brillante con le necessità contingenti nelle quali è stato costretto – o ha scelto – di stare. The Bear è quindi anche una serie che mette al centro e sa parlare di grandi temi esistenziali, che racconta molto bene il dramma della lotta che ciascuno è chiamato a combattere. Del peso delle scelte e delle circostanze con cui è necessario fare i conti.

Gaia Montanaro

Temi di discussione

  • L’ambiente lavorativo come opportunità di relazioni e di crescita umana;
  • La ricerca di riscatto;
  • La dimensione famigliare come circostanza di sacrificio personale.