La carriera di avvocato di Mike Ross si regge su una menzogna. Giovane brillante, dotato di memoria eidetica e di una profonda conoscenza della legge, Mike non si è mai laureato ed è stato espulso dal college per aver memorizzato e venduto un test di matematica. Quando si imbatte per caso nel carismatico Harvey Specter, Mike sta fuggendo da una vita al limite, fatta di soldi facili e di eccessi distruttivi, ma riesce a far colpo sull’avvocato, facendosi assumere alla Pearson-Hardman, uno dei più importanti e prestigiosi studi legali di New York.
Questo segreto è ciò che consolida l’amicizia e il patto di complicità tra di due protagonisti, ma è anche la premessa che fornisce sufficienti spunti narrativi per tutte le nove stagioni, divenendo il centro nevralgico intorno al quale si articolano le complesse relazioni personali e professionali di tutti gli altri personaggi. Più si va avanti, più diviene difficile per Harvey e Mike mantenere il segretp e la scomoda verità diviene ciò che mina o consolida le relazioni tra tutti.
Il tema della serie risiede nella lotta interiore che tormenta i personaggi, divisi tra due poli: da un lato l’ambizione, incontrollabile spinta alla ricerca di crescita e potere da raggiungere con qualsiasi mezzo, dall’altro l’integrità etica, esistenziale e morale. A queste si aggiungono molte altre tematiche: il desiderio di riconoscimento, la lealtà, l’amicizia, il tradimento, il passato doloroso che incide sul presente di tutti, il concetto di famiglia – non solo quella di origine, ma anche quella fatta da “persone” che scegliamo di avere accanto e quella che costruiamo. Ma Suits è anche una serie dove si parla di redenzione e rinascita personale.
Attraverso sceneggiature ricercate, dialoghi taglienti, trame sofisticate, seppur non sempre credibili, personaggi avvincenti e multidimensionali, Suits ci porta nel dietro le quinte del mondo legal dove le dinamiche politiche e dello studio si intrecciano con le vicende di tutti i protagonisti. Il racconto mostra il complicato rapporto tra i soci, sottolineando le contraddizioni di un sistema dagli equilibri labili e i limiti di personalità competitive, arriviste, superficiali.
Approfondimento
Gli abiti eleganti, le cause legali e i professionisti del settore. Sono questi i tre elementi cui fa riferimento il titolo Suits, aspetti centrali e chiara espressione dell’universo potente e ambizioso che si vuole mostrare, tutti perfettamente calati all’interno di una narrazione nella quale i casi giudiziari si intersecano con le vicende personali di personaggi affascinanti, abituati a muoversi in un’ambiente elegante. In Suits persino lo studio legale, molto più che semplice elemento di contorno, diviene parte integrante del racconto, evolvendo e cambiando nome nel corso delle nove stagioni.
Ideata da Aaron Korsh, la serie parte molto bene nelle prime due stagioni, scricchiola durante la terza e la quarta a causa di storie ripetitive, e si riprende nel corso delle altre, poggiando su trame dal buon ritmo in grado di offrire uno sguardo sulla complessità della professione legale e sulle vite personali intrecciate con essa. All’eleganza di fondo e alla messa in scena raffinata di un prodotto colto e ironico si aggiunge l’attenzione ai dialoghi, arricchiti da continui riferimenti culturali e citazioni, che hanno la duplice funzione di tenere vivo l’interesse dello spettatore e di intrattenere, smorzando la tensione spesso drammatica delle vicende e aggiungendo note comiche, necessarie a donare un po’ di leggerezza.
Ma il vero punto di forza sono i suoi personaggi e le complesse dinamiche, spesso da soap opera, che si instaurano tra Mike, Harvey, Rachel, Louis, Donna, Jessica. A riguardo, la serie potrebbe essere divisa in due parti: la prima mostra gli equilibri, spesso precari, tra un gruppo di soci alle prese con una menzogna da preservare in nome del bene dello studio – come fanno Harvey e Jessica – o da sfruttare per un personale tornaconto – come fa perfidamente Louis nei suoi momenti peggiori – e una seconda parte dove tutti fanno i conti con le conseguenze delle proprie azioni.
Storie di rinascita
L’inversione di rotta si genera a partire dalla metà della quinta stagione con l’episodio “Fede” dove Mike affronta i fantasmi del suo passato e quelli del presente in un profondo confronto con il prete che lo ha cresciuto ed educato. È quest’ultimo che con dolcezza, ma anche con un pizzico di durezza, invita il giovane a riflettere su ciò che è diventato: un truffatore che manipola la legge a suo piacimento, sicuro di poter sempre mentire se a fin di bene, incapace di comprendere la differenza tra intelligenza e saggezza e convinto che basti confessarsi per essere assolti. Ma non ci può essere assoluzione senza pentimento, spiega il prete, né si possono affrontare le paure e i momenti di crisi senza fede. È questo l’episodio che fa da spartiacque tra la prima e la seconda parte della serie. Mike, fino ad allora troppo concentrato su sé stesso, riconosce di essere colpevole e inizia a pagare i suoi debiti, ma soprattutto recupera il senso del suo ruolo: mettere la popria intelligenza al servizio di un bene più grande.
Una maturazione che si estende anche altri personaggi, aggiungendo dimensioni uniche al racconto: Harvey mostra il proprio lato più vulnerabile, bilanciando la sua spietata personalità professionale con il bisogno di perdono e la ricerca di relazioni vere; Jessica rinuncia alla carriera in nome di una rinascita personale; Louis, vulnerabile ed eterno secondo ad Harvey, diventa sempre più centrale e riscopre nel desiderio di famiglia e di paternità un bene più grande; Donna, bussola morale e trait d’union tra tutti, impara ad amarsi; Rachel rinsalda il rapporto con suo padre.
Inizialmente superficiali, perfidi, doppiogiochisti consumati dall’ambizione professionale, tutti, pian piano, arrivano a un bivio e si trovano di fronte all’inevitabile necessità di scegliere se continuare a mentire, fingendo di essere altro, o se sfilare la maschera, abbattere i muri delle insicurezze, e giocarsi finalmente in rapporti autentici e relazione vere, riscoprendo il valore pieno dell’amicizia, riscoprendo il valore pieno della famiglia.
Marianna Ninni
Temi di discussione
- Le menzogne hanno un peso e generano delle conseguenze;
- Il fine non giustifica i mezzi neanche quando si è convinti di agire per il bene degli altri;
- La lotta tra il desiderio di potere e l’ambizione e la ricerca di legami autentici.