John Sugar è un investigatore privato abile e irreprensibile, che riceve un incarico apparentemente di routine: ritrovare una ragazza scomparsa, con un passato da tossicodipendente. A rendere però il caso diverso dagli altri c’è il fatto che la ragazza – Olivia – è la nipote di un magnate del cinema, Jonathan Siegel, per il quale Sugar ha una grandissima ammirazione. La storia si dipana così in una Los Angeles ispirata dichiaratamente ai più classici “noir” hollywoodiani e rivela il lato nascosto di un mondo dove nessuno è come sembra. E John Sugar non fa eccezione. La miniserie aggancia e mantiene la suspense, offrendo continue sorprese, e risulta adatta a chi ama i racconti gialli, con qualche avvertenza per il pubblico più giovane per la presenza di alcune scene piuttosto violente.
Il personaggio di John Sugar (Colin Farrell) conquista fin dal primo episodio. Serio e affidabile sul lavoro, incline a lasciarsi coinvolgere nelle vicende degli ultimi ed emarginati (paga profumatamente un clochard perché gli sorvegli l’auto e cerca di convincerlo a risollevarsi e riprendere una vita normale), amante del cinema, e gentiluomo d’altri tempi nei rapporti con le donne. Attorno a lui si snodano le vicende dell’anziano produttore cinematografico Jonathan Siegel, di suo figlio Bernie, regista di scarso talento, e del nipote David, con un passato da attore enfant prodige, ma un presente fallimentare.
Sugar si prenderà straordinariamente a cuore la ricerca di Olivia entrando in contatto con Melanie Matthews, ex moglie di Bernie Siegel ed ex cantante ormai alcolizzata. Con la donna si viene a creare un legame del tutto particolare, che la spingerà a rimettersi in gioco e ad abbandonare l’alcool: “Lui mi ha fatto sentire come qualcuno che si merita una seconda possibilità”, dirà in un intenso intervento durante un incontro di alcolisti anonimi, alludendo a come l’uomo l’avesse rispettata e protetta, riportandola a casa completamente ubriaca dopo una serata in un locale.
Portare a termine la missione mette in serio pericolo la vita di Sugar, che tuttavia esce indenne dalle situazioni più rischiose (e un colpo di scena del tutto inatteso spiegherà perché). Pur muovendosi in un mondo che rivela livelli sempre più profondi di abiezione, il protagonista mantiene ben chiara una propria valutazione etica di quanto accade e si accanisce finché non riesce a dimostrare chi davvero è il colpevole. Proprio qui sta uno degli aspetti più interessanti della serie di Apple Tv: offrire il ritratto di un personaggio capace di individuare scintille di umanità anche in un ambiente altamente degradato. In parte il motivo di questo suo atteggiamento si chiarisce con una svolta della trama che conferisce un tono surreale alla narrazione. John Sugar è in fondo qualcuno che guarda con curiosità, ma con un certo distacco, la natura umana.
La serie, di cui è stata confermata una seconda stagione, propone una narrazione ispirata alle classiche detective story hollywoodiane, con la voce fuori campo del protagonista che fa da sottofondo a tutta la vicenda mentre la sua Chevrolet decappottabile sfreccia tra i viali più famosi di Los Angeles. Gli otto episodi sono punteggiati da sequenze cinematografiche di capolavori del noir americano – di cui John Sugar è appassionato consumatore – da Il Mistero del Falco a Il grande caldo, e molti altri che i più attenti cinefili non mancheranno di riconoscere.
Stefania Garassini
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