Squid Game 2


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Hwang Dong-hyuk
INTERPRETI: Lee Jung-jae, Lee Byung-hun, Choi Seung Hyun, Park Sung-hoon, Lee Seo-hwan
SCENEGGIATURA: Hwang Dong-hyuk
PRODUZIONE: Siren Pictures Inc.
ANNO DI USCITA: 2021 – in corso
STAGIONI: 2 (16x32/62’)
PRIMA MESSA IN ONDA: Netflix
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Netflix
GENERE: azione, thriller, K-drama

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >18
Presenza di scene sensibili: numerosissime scene di violenza esplicita, alcune anche splatter.

Trovate la recensione della stagione precedente qui.

 

Tre anni dopo la fine dei giochi in cui è risultato vincitore, Seong Gi-Hun (l’ex giocatore 456) ha deciso di utilizzare i suoi soldi per reclutare un gruppo di uomini che lo aiutino a trovare gli organizzatori del torneo e a mettervi fine una volta per tutte. Contemporaneamente, anche il detective Hwang Jun-ho (ora poliziotto) sta visitando una dopo l’altra tutte le isole della Corea del Sud, allo scopo di individuare quella su cui si svolgono i giochi e ritrovare suo fratello (il misterioso Front Man, che dall’alto coordina il lavoro dei soldati in rosa e vigila sul corretto andamento del torneo). Dopo essersi fortuitamente incontrati, Gi-Hun e Jun-Ho uniscono le forze: il primo accetta di tornare sull’isola per partecipare a una nuova edizione dei giochi, mentre il secondo coordina la squadra dei mercenari e cerca di aiutarlo dall’esterno. Ma le cose non vanno come previsto…
La seconda stagione di Squid Game non si allontana di molto dalla precedente, né per quanto riguarda la trama generale, né per quanto riguarda le tematiche trattate. Il risultato è un prodotto che sì intrattiene, ma non brilla particolarmente per originalità e risulta ancora profondamente disturbante per gli spettatori più giovani o sensibili.

 

 

 

Approfondimento 

 

Dopo lo straordinario successo della prima stagione di Squid Game, tutti si chiedevano se la seconda sarebbe stata in grado di reggere il confronto, rilanciando la storia con un meccanismo narrativo altrettanto accattivante rispetto a quello dei giochi mortali della prima, senza però esserne una banale ripetizione. Il risultato finale ha diviso gli spettatori: la verità è che i primi episodi “senza giochi” finiscono per risultare lenti e un po’ noiosi, mentre la storia ingrana davvero con il ritorno sull’isola di Gi-Hun e l’inizio della nuova edizione del torneo.
Nonostante le manche siano (quasi tutte) diverse da quelle della prima stagione, la serie ha perso gran parte dell’originalità che la distingueva, ma ci sono comunque diversi elementi apprezzabili, che fanno presa sul pubblico e incentivano la visione. Primo tra tutto c’è sicuramente il fatto di aver puntato su nuovi giocatori interessanti e legati tra loro da dinamiche relazionali ed emotive molto forti (ci sono, ad esempio, i giocatori 149 e 007, madre e figlio che si ritrovano a concorrere insieme per saldare i debiti dell’uomo; c’è la giocatrice 222, giovane ragazza incinta che ritrova tra gli avversari il padre del suo bambino; c’è la giocatrice 120, donna transgender che ha bisogno dei soldi della vincita per completare il percorso di transizione; c’è il padre di una bambina malata alla ricerca di un modo per pagarle le cure…).
In questa seconda stagione, inoltre, viene data ancora più importanza al meccanismo di votazione che, alla fine di ogni gioco, permette ai partecipanti di scegliere se proseguire con una nuova manche o se interrompere e tornarsene a casa spartendosi il montepremi accumulato fino a quel momento. I giocatori si dividono quindi in due fazioni disposte a tutto pur di ottenere il risultato che desiderano, anche a eliminarsi tra loro. Questo elemento contribuisce a rilanciare e a enfatizzare ulteriormente uno dei temi fondanti della serie, ovvero quanto, per alcuni, la prospettiva di una morte atroce sia comunque accettabile se in palio c’è una cifra di denaro tale da permettere loro di cambiare le esistenze miserabili che conducono all’esterno.
Tutto questo fa da sfondo al vero cuore di questa seconda stagione, ovvero il conflitto indiretto tra Gi-Hun e il Front-man. Se il primo ha deciso di sacrificare tutto (il montepremi vinto ma anche, potenzialmente, la sua vita) pur di tornare sull’isola, mettere fine ai giochi e salvare i partecipanti attuali e futuri, il secondo imbastisce un vero e proprio show pur di dimostrargli quanto sia difficile salvare chi non vuole essere salvato. Il risultato è un Gi-Hun sempre più infiacchito e pieno di dubbi, costretto ad affrontare nuove sfide fisiche e mentali che rischiano di spezzarlo da un momento all’altro. Ci riusciranno? Si scoprirà nella terza e ultima stagione, la cui uscita è prevista per il dicembre del 2025.

 

Cassandra Albani

 

Temi di discussione:

  • Homo homini lupus: quando ogni traccia di umanità scompare in nome della mera sopravvivenza;
  • Cosa siamo disposti a fare pur di ottenere ricchezza e riscatto sociale;
  • Il valore della vita umana espropriata di ogni dignità e ridotta a semplice numero.