Raised by Wolves è una serie televisiva di fantascienza ambientata in un futuro distopico in cui una coppia di androidi, di nome Madre e Padre, arrivano sul pianeta Kepler-22b con la missione di far prosperare una nuova generazione di esseri umani Atei.
Gli androidi, che custodiscono sei embrioni fecondati e la tecnologia per farli sviluppare e nascere, sono stati inviati sul pianeta da uno scienziato della fazione degli Atei, che da molti anni stanno combattendo senza successo contro i monoteisti Mitraici in una guerra planetaria che ha portato al collasso la Terra.
Ma il nuovo pianeta è ostile, e dei sei bambini, negli anni, sopravvive solo Campion, che, nonostante la sua educazione centrata sull’immanenza e sulla forza dell’ingegno umano, trova continuamente in sé un desiderio del trascendente e del religioso.
Quando Campion ha dodici anni la sua vita e quella dei due androidi, che sono dei veri e propri genitori per il ragazzo, viene sconvolta dall’arrivo di un’Arca Mitraica, una grande astronave dentro la quale ci sono centinaia di Mitraici provenienti dalla Terra, anche loro lì per iniziare una nuova colonizzazione, di segno “ideologico” opposto a quello degli Atei.
Madre, che oltre alle sue qualità umane nasconde anche delle devastanti capacità belliche, vede questo arrivo come l’occasione per trovare dei nuovi figli da allevare dopo la morte dei suoi e il fallimento della missione di ripopolazione.
La guerra tra Atei e Mitraici giunge quindi anche su Kepler-22b, portando i protagonisti della serie a scontrarsi con le grandi domande che da sempre abitano il cuore dell’uomo: esiste Dio? Cosa significa essere padre o madre? Cosa ci rende essere umani?
La serie è stata prodotta da Ridley Scott (che ne ha diretto anche le prime due puntate) e nei temi di fantascienza sono chiari i rimandi alla saga di Alien e al film di sopravvivenza spaziale The Martian. In Raised by Wolves questi temi vengono approfonditi e ampliati, grazie a dei personaggi che forniscono delle prospettive molto interessanti sull’essere genitori, sull’essere figli, sulla fede e sulla scienza. Anche il tema dell’origine iniziale della vita umana viene introdotto, sebbene non sia uno degli elementi trainanti della storia.
Madre, programmata per esercitare nel modo più performante possibile la maternità, è disposta a tutto pur di compiere la missione di proteggere i suoi figli. Ma proprio questo la fa entrare in conflitto con la sua natura robotica e bellicosa, percepita come mostruosa da Campion e dagli altri figli. Campion prova un sincero affetto filiale per Madre e Padre, ma gradualmente capisce che ci sono delle sfumature di umanità che gli androidi non riescono a riprodurre, sebbene per lui rimangano comunque delle “creature” degne di rispetto, in quanto capaci di provare sentimenti.
Dall’altra parte ci sono Sue e Marcus, Atei infiltrati tra i Mitraici che si ritrovano un figlio a loro insaputa e devono fingere di volergli bene. Entrambi passeranno da una genitorialità di facciata a una vera relazione con il figlio “acquisito”, relazione che metterà a dura prova sia il loro rapporto che la loro sicurezza. Persino il tema dell’aborto viene affrontato in una maniera inaspettata: una giovane passeggera dell’Arca Mitraica arriva infatti su Kepler scoprendo di essere incinta a seguito di uno stupro mentre era nel sonno criogenico durante il viaggio spaziale dalla Terra.
Molte delle linee narrative principali purtroppo non verranno risolte, perché la serie è stata cancellata improvvisamente, ma per ragioni che probabilmente non hanno a che fare con il successo di pubblico e di critica che le due stagioni hanno avuto. Ma al di là della trama principale in cui il destino dell’umanità oscilla tra l’integralismo religioso e l’ideologia scientista, e in cui i figli sono chiamati a scegliere tra i genitori androidi e la comunità umana, sono proprio le domande sollevate dai personaggi e dalle loro storie che rendono la serie un ottimo prodotto per gli appassionati di fantascienza.
Tommaso Cardinale
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