Doc – Nelle tue mani 3


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Francesco Arlanch, Viola Rispoli
INTERPRETI: Luca Argentero, Matilde Gioli, Sara Lazzaro, Pierpaolo Spollon, Giovanni Scifoni, Marco Rossetti, Giacomo Giorgio, Laura Cravedi, Elisa Wong
SCENEGGIATURA: Francesco Arlanch, Silvia Leuzzi, Viola Rispoli, Edoardo Gino
PRODUZIONE: Lux Vide, Rai Fiction
ANNO DI USCITA: 2020-in corso
STAGIONI: 3 (48x50-60’)
PRIMA MESSA IN ONDA: Rai1
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: RaiPlay
GENERE: medical drama

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >12
Presenza di scene sensibili: alcune scene di tensione.

CONSIGLIATO DA ORIENTASERIE

 

Trovate la recensione delle stagioni precedenti qui.

Andrea Fanti è tornato ad essere primario del Policlinico Ambrosiano. Oltre a dover gestire l’intero reparto, inclusa la formazione di nuovi specializzandi, Doc si trova costretto ad affrontare le pressioni della nuova direttrice amministrativa, decisa a contenere i costi e ad aumentare l’efficienza dell’ospedale. Inoltre, alcuni flashback dal suo passato lo spingono a intraprendere una terapia per cercare di recuperare i ricordi andati perduti in seguito all’amnesia. Ma non tutti sembrano volere che ciò accada…
Contemporaneamente, gli altri personaggi affrontano nuove sfide personali e professionali: Riccardo deve fare i conti con l’impatto della morte di Alba, Giulia deve decidere se continuare la sua carriera all’ombra di Doc o affrancarsi per cercare la propria strada, Agnese è turbata dalla ricomparsa di una figura del passato, i nuovi specializzandi si scontrano con le sfide della vita in corsia e con difficili situazioni familiari…
La novità maggiore, in questa quarta stagione, consiste nell’inserimento di un’ampia porzione narrativa appartenente al passato (che intervalla le puntate con numerosi flashback o a cui sono addirittura dedicati interi episodi). In questo modo, la serie può approfondire il passato di Andrea, arricchendo la sua storia ed esplorando le ragioni che lo hanno condotto dove si trova oggi, evitando il ricorso eccessivo a meccanismi soappish per sparigliare le carte nel presente. Il pubblico, almeno a giudicare dagli ascolti (l’ultima puntata, andata in onda il 7 marzo, ha sfiorato il 30% di share) sembra aver apprezzato.

 

 

Approfondimento

Anche in questa terza stagione, Doc – Nelle tue mani ripropone la formula che lo ha portato al successo: una mescolanza ben congeniata di linee orizzontali e verticali, con le storie dei protagonisti che accompagnano lo spettatore lungo tutta la stagione e quelle dei pazienti (a volte sconosciuti, a volte legati in qualche modo ai personaggi principali) che tendono a esaurirsi nell’arco delle singole puntate. In questo modo, il meccanismo narrativo è ripetibile e conferisce alla serie quella familiarità che tanto piace al pubblico.
In questa stagione, veniamo a conoscenza di un pezzo del passato di Doc di cui ancora eravamo all’oscuro. Nelle stagioni precedenti, si pensava che la trasformazione di Andrea Fanti da medico empatico e capace di mettere al primo posto il vissuto personale dei suoi pazienti a professionista freddo e distaccato fosse dovuta in primo luogo alla morte del figlioletto Mattia. Qui invece scopriamo che non è così: l’evoluzione (o, sarebbe meglio dire, l’involuzione) di Doc è dovuta a eventi accaduti successivamente e che oggi rischiano di riaffiorare, minacciando tutto quello che ha costruito.
I temi delle nuove puntate sono svariati: si va dal difficile bilanciamento tra vita privata e carriera alle difficoltà di fare i conti con un lutto, dagli scontri con i genitori per scegliere la propria strada quando loro vorrebbero qualcosa di diverso per noi alla paura di dire la verità, specie quando questa costituisce una minaccia a ciò che amiamo di più al mondo.
Le storie dei pazienti contribuiscono a dare vivacità alla vita in ospedale, anche se alcune si dimenticano più facilmente di altre. Non mancano, però, puntate estremamente intense e commoventi, specie quando coinvolgono persone che fanno parte della vita dei protagonisti. Ci sono poi episodi che, potendo contare su una scrittura serrata e all’ottima interpretazione degli attori protagonisti, richiamano al modello americano e regalano allo spettatore vere e proprie botte di adrenalina (un esempio tra tutti, l’episodio 3×12 La scossa). Forse, un appunto resta quello sull’estrema drammaticità dei “casi di puntata” (quasi tutti gli episodi vedono almeno un paziente in pericolo di vita), che – sommate alle vicissitudini di Doc e degli altri medici – le rende talvolta un po’ difficili da digerire.
Ciò detto, Doc rimane un prodotto di grande qualità, in grado di rinnovarsi senza tradire quelle che sono le sue premesse, grazie soprattutto a un gruppo di protagonisti molto umani e alla capacità di attingere a storie che, per quanto personali, hanno sempre un’eco universale.

Cassandra Albani

 

Temi di discussione:

  • È giusto mettere al primo posto i nostri affetti, anche se questo minaccia la nostra etica professionale?
  • I fantasmi del passato e la necessità di farci i conti, per poter andare avanti con maggiore forza e consapevolezza.
  • L’importanza di perseguire i propri sogni, anche se questi possono metterci in contrasto con le persone a noi più care.
  • L’importanza di dire la verità e di assumersi le proprie responsabilità, in ogni situazione e a prescindere dalla posta in gioco.