Zoey è una giovane e brillante programmatrice e sta per ottenere una promozione che la porterà a essere la team leader del suo gruppo. Durante una risonanza magnetica di controllo, un terremoto improvviso fa tremare le macchine colpendo il suo cervello e riempiendolo di musica. Da quel momento in poi, Zoey acquista un misterioso potere che dovrà lei stessa imparare a gestire: è in grado di percepire le emozioni, i pensieri e i desideri nascosti delle altre persone, che arrivano al suo cervello sulle note di famosi brani musicali. Per Zoey è una vera e propria rivoluzione e ben presto anche una fonte inesauribile di problemi e spiacevoli equivoci. In un primo momento, la ragazza non vede altra soluzione che fuggire dalla situazione, cercando di capire come evitare il contatto con gli altri, ma grazie all’aiuto del suo vicino di casa prenderà coscienza del suo dono, comprendendone l’utilità. Pare infatti che una forza soprannaturale abbia chiesto la sua collaborazione per correre in aiuto delle persone in difficoltà. Il punto quindi non è scappare, ma affrontare insieme agli altri i problemi, tentando di indirizzarli verso una possibile soluzione. Un intreccio semplice ma nel complesso interessante e vivace soprattutto per la presenza della musica. Ogni puntata si propone di scavare nel segreto del cuore e della mente di un personaggio diverso, affrontando diverse problematiche come l’affetto, la diversità, l’accettazione di sé e dei propri limiti, i successi e i fallimenti, l’amicizia e l’amore.
La serie in generale è interessante pur senza essere del tutto riuscita, soprattutto dal punto di vista dei dialoghi.
L’idea segue la scia dei già numerosi successi televisivi e cinematografici in cui il protagonista indaga segretamente nella mente umana generando equivoci divertenti. Questa volta, però, lo fa attraverso la musica, anzi, di più: attraverso una ricca playlist di successi internazionali, interpretati con tanto di coreografia e corpo di ballo. A tutti gli effetti una trovata che coinvolge senza mai appesantire e diverte lo spettatore, portandolo nel profondo dell’animo dei personaggi che, puntata dopo puntata, svelano i loro lati nascosti e profondamente veri. Ciò che emerge come valore di fondo è che l’apparenza non è (quasi) mai conoscenza. Ciascuno dietro un sorriso può nascondere un dolore, dietro una forza, una fragilità, dietro una apparente difficoltà, una bellezza inaspettata. E Zoey presto se ne rende conto, sentendosi chiamata in causa nell’aiutare ora un collega insicuro, ora un capo sull’orlo del divorzio, ora un fratello in crisi matrimoniale o i genitori in difficoltà per una malattia improvvisa.
Allo stesso tempo, dovrà prendere le misure sul lato affettivo, perché il suo nuovo potere comporta il fatto di scoprire i pensieri nascosti degli uomini e, di conseguenza, provoca infinite grane nelle relazioni. Incastrata tra un collega fidanzato in cerca solo di amicizia, e un migliore amico segretamente innamorato di lei, Zoey legge in tutte le menti tranne la sua: cosa desidero? Cosa voglio davvero? Cosa vuol dire veramente amare ed essere amati? Tutte domande contro cui deve necessariamente scontrarsi.
In generale, le tematiche proposte sono profonde e attuali. La malattia improvvisa del padre porterà Zoey e la sua famiglia a chiedersi cosa voglia dire veramente prendersi cura degli altri, sentirsi soli pur essendo insieme, sostenersi, amarsi nonostante tutto. Il rapporto tra colleghi e il suo nuovo incarico di team leader sarà invece l’occasione per scandagliare da più punti di vista le dinamiche lavorative: cosa vuol dire essere un leader, come imparare dai fallimenti o superare i propri difetti, come creare uno spirito di squadra? E, ancora, nel rapporto con il capo: il successo e la carriera sono veramente tutto? O si rischia di mandare all’aria la propria vita affettiva rimanendo irrimediabilmente soli?
La figura del fratello in attesa del primo figlio, dell’amico fidanzato, del nuovo collega in procinto di sposarsi, sono invece uno spunto per affondare sulle dinamiche affettive: cos’è la fiducia, la gelosia, la paura di fare un passo importante, come il matrimonio o la paternità? Come il rapporto con i nostri genitori incide sul nostro modo di amare? Cosa cerchiamo davvero in una relazione?
Il rapporto con il vicino di casa gender fluid (come si definisce lui, ovvero dall’identità sessuale fluida), invece, aprirà al tema della diversità, dell’accettazione di sé e soprattutto della fede, seguendo tuttavia la corrente dominante, senza mai rischiare di andare un po’ oltre il già saputo.
Il limite maggiore del racconto è infatti l’eccessiva superficialità con cui vengono affrontate le tematiche, le battute si mantengono in generale sull’onda del mainstream ed è raro che divertano o colpiscano davvero.
Innanzitutto, viene da chiedersi se sia davvero giusto inserirsi nella vita degli altri anche se l’intento è portare loro aiuto. E, in effetti, la giovane programmatrice, pur geniale in ambito informatico, dimostra di avere ben poca “genialità” o acutezza umana nell’affrontare le situazioni da cui viene piuttosto sopraffatta. E allora che aiuto può portare? Che “consigli” può dispensare su problemi di cui conosce a malapena l’esistenza? In effetti questa è un po’ la pecca della serie, che non prende posizioni che potrebbero risultare scomode, accontentandosi di soluzioni a buon mercato e una scrittura a tratti zoppicante. Grandi spunti, belle idee, ma anche tantissime occasioni perse.
Ilaria Giudici
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