Trovate la recensione delle stagioni precedenti qui.
Un figlio per un figlio. È il titolo del primo episodio della nuova stagione di House of the Dragon, prequel di Game of Thrones, la serie che ha segnato un’epoca televisiva. Un titolo che dice molto, forse troppo, fin quasi allo spoiler, ma che annuncia il tema dell’intera stagione: la vendetta, e con lei le sue premesse e le sue conseguenze.
D’altronde la fine della prima prometteva l’inizio della faida all’interno della dinastia Targaryen, divisa ora nei Verdi del giovane Aegon e i Neri di Rhaenyra, in quella che sembra una Guerra delle Due Rose in salsa fantasy.
La pretesa al Trono di Spade non è solo una questione politica: ferite fresche e antiche cicatrici dilaniano i protagonisti della serie, che vivono nell’attesa di una guerra inevitabile e che però non arriva mai. Un’attesa fatta di recriminazione, sensi di colpa, ambizione e frenesia che fa presto dimenticare i motivi dello scontro, anzi li sostituisce: la guerra s’ha da fare, i buoi, o meglio i draghi, sono scappati…
La seconda stagione continua sulla base della prima: l’oggetto del contendere è sempre il Trono di Spade, mentre il fuoco sulla continuazione della dinastia Targaryen, centro nevralgico della prima stagione, affievolisce sempre più. Conta più la salvaguardia del sangue di una famiglia o la salvezza di un intero popolo? Soprattutto quando la famiglia in questione è squassata da lotte fratricide: il sogno di Re Vyseris di vedere i Targaryen regnare per sempre e uniti sui Sette Regni sembra svanito con la sua morte. In più, con una guerra in arrivo, la risposta dovrebbe essere semplice.
Ma se l’incolumità delle famiglie bastasse per fermare una guerra, il mondo non ne avrebbe mai viste. Ed è questo l’altro tema interessante di questa nuova stagione di House of the Dragon: l’ineluttabilità della guerra e il disperato tentativo di evitarla. È questo il vero dramma di Rhaenyra e Alicent, matriarche Targaryen divise tra Neri e Verdi, un tempo amiche e ora madri che vedono morire il sangue del loro sangue l’una per mano dell’altra… eppure fanno di tutto per non scontrarsi, per evitare quello che sanno essere un massacro, in una guerra di fuoco tanto simile a quella fredda che sembra tornata nel mondo di oggi: a Westeros la minaccia non è atomica, ma ha le ali e sputa fuoco.
Claudio F. Benedetti
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