Di4ri


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Simona Ercolani, Mariano Di Nardo, Angelo Pastore, Livia Cruciani
INTERPRETI: Andrea Arru, Flavia Leone, Sofia Nicolini, Biagio Venditti, Liam Nicolosi, Federica Franzellitti, Francesca La Cava
SCENEGGIATURA: vari
PRODUZIONE: Stand by me
ANNO DI USCITA: 2022
STAGIONI: 1 (15x24-52')
PRIMA MESSA IN ONDA: Netflix
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Netflix
GENERE: dramma commedia pre-teen

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >10
Presenza di scene sensibili: un bacio omosessuale tra preadolescenti

Di4ri è una serie tv uscita su Netflix il 18 maggio 2022. La 2 D di Marina Piccola è una classe come tante altre, dove ogni ragazzo ha le sue caratteristiche specifiche, o meglio debolezze, che vengono troppo spesso etichettate dal gruppo: la secchiona, il casinista, il pagliaccio, la perfettina. Ma un’etichetta può definire la personalità e il cuore di un preadolescente in ricerca della propria identità? Forse no.
Sono gli stessi ragazzi a far emergere le domande profonde del loro cuore e la propria personalità nascosta, rivolgendosi direttamente al pubblico e confidandosi ad esso proprio come a un diario segreto. Nel corso della serie rifletteranno, si scontreranno, sbaglieranno e litigheranno, ma saranno sempre pronti a ripartire, imparando a poco a poco a superare le differenze per raggiungere un obiettivo comune: non far chiudere la scuola per rimanere uniti.
Di4ri parte da un’idea interessante, quella di esplorare il mondo dei pre-teen che in effetti ha dinamiche molto diverse da quello degli adolescenti. Ancora le problematiche affettive e sessuali sono appena accennate (il bacio omosessuale appare davvero superfluo), si tratta di simpatie o di primi amori, più di immagini che di realtà. Mentre l’amicizia, il gruppo, il farsi accettare per quello che si è, il capire cosa si vuole e chi si è veramente, sono questioni ben più importanti.
Anche il rapporto con gli adulti di riferimento, genitori e professori, svolge ancora un ruolo principale e significativo in questa fase della vita. La serie cerca di mettere in scena tutto questo, con una regia fresca e allegra e una confezione ad impatto sul pubblico di riferimento.
Peccato che la narrazione fatichi a decollare e proceda a stento. Un po’ forse per le difficoltà interpretative degli attori, molti alla prima esperienza, un po’ per una scrittura poco ricercata che quasi mai affonda in dialoghi realmente significativi.
La sensazione è quella di rimanere sempre in superficie. 
Certo la regia ha il merito di rimanere sempre pulita, non ci sono quasi mai scene sensibili che possano disturbare i ragazzi, o far pensare che a quell’età ci si spinga verso problematiche troppo pesanti (niente sesso, niente droga, niente violenza), eppure manca un mordente. I ragazzi si perdono troppo in riflessioni poco interessanti, mentre mancano gli ingredienti di commedia e avventura che tanto attraggono il pubblico dei pre-teen.

 

 

Approfondimento

Pietro (Andrea Arru) è il protagonista principale della serie. È lui che introduce lo spettatore nel mondo della scuola e che si batterà fino alla fine per non farla chiudere. È un ragazzo carino e simpatico, a suo modo il leader della classe a cui tutto gira intorno; forse un po’ troppo perfetto, a parte una situazione familiare burrascosa, anche se nella norma, che rimane sullo sfondo.
I genitori dei ragazzi infatti fin da subito sono piuttosto stereotipati: i litigiosi, gli apprensivi, i premurosi, i disinteressati, gli esigenti.
Quella che vorrebbe essere una rappresentazione il più possibile completa delle diverse tipologie famigliari, rimane purtroppo una carrellata senza tanta profondità. Così come anche le figure dei professori, che alla fine non sono mai delle vere e proprie figure di riferimento o di opposizione.

I ragazzi della classe

Rimanendo sui personaggi tipici all’interno del gruppo classe, Livia (Flavia Leone) è la “perfettina” fidanzata con un ragazzo più grande tutto muscoli e niente cervello, saggia dispensatrice di consigli amorosi (non si sa bene da che pulpito) e segretamente innamorata di Pietro.
Con Pietro Livia imparerà a credere di più in sé stessa e a prendere decisioni proprie piuttosto che imposte da altri. Purtroppo però l’interpretazione non aiuta ad empatizzare con il personaggio.
Lo stesso capita per Giulio (Liam Nicolosi), il class clown, ovvero il buffone della classe, che nasconde una grande insicurezza soprattutto sul piano scolastico. Con il suo personaggio si tocca, anche se in modo superficiale, la tematica dei disturbi dell’apprendimento, invitando il pubblico a non vederli come un limite da nascondere ma come un’opportunità.
Poi c’è Isabel (Sofia Nicolini), ragazzina di colore, che si batte per i diritti delle ragazze, fino a diventare il capitano della squadra di basket; Monica (Federica Franzellitti), la secchiona, ignorata da tutti ma che sa ascoltare; Arianna (Francesca La Cava), la snob capricciosa che non riesce ad uscire da questa immagine che tutti hanno di lei; Mirko (Pietro Sparvoli) , il timido, che imparerà ad aprirsi agli altri. Infine Daniele (Biagio Venditti), figlio di genitori attenti e amorevoli, che scopre nel corso della serie di provare attrazione per ragazzi dello stesso sesso.

Un coming out un po’ troppo sbrigativo e superficiale

Quest’ultima tematica viene trattata in modo troppo superficiale.
Il dramma di Daniele si risolve in breve: il suo problema consiste nell’ansia di dirlo ai compagni, ma una volta fatto coming out la strada è tutta in discesa, salvo una prima delusione amorosa. Daniele però troverà presto un nuovo amore, senza troppa difficoltà.
Seppur alle medie possano già insorgere domande confuse su se stessi e sulla propria sessualità, il fatto che tutto si riduca ad una semplice dichiarazione pubblica è davvero troppo sbrigativo e rischia di banalizzare agli occhi del pubblico una cosa che invece va guardata in maniera molto seria.

Una serie che annoia piuttosto che agganciare

Infine, il tono introspettivo della serie, adatto ad un pubblico più maturo, ha si il merito di prendere sul serio alcune problematiche tipiche della pre-adolescenza, ma senza una adeguata linea di commedia, mistero o avventura (che sopraggiunge troppo tardi, verso il finale, con la posta in gioco della chiusura della scuola) talvolta annoia piuttosto che agganciare. Inoltre le situazioni di puntata, troppo infantili e al limite del demenziale, mal si fondono con l’aspetto riflessivo del prodotto e non riescono quasi mai ad essere davvero divertenti.
La serie insomma è un tentativo di portare sugli schermi il pubblico dei pre-teen che, pur non pienamente efficace, resta un’apertura nei confronti di un pubblico spesso dimenticato dalle produzioni italiane.

Sonia Aloisi 

Tematiche educative:

  • Relazioni affettive e familiari;
  • Problematiche preadolescenziali;
  • Accettazione della diversità;
  • Dinamiche di gruppo, impegnarsi e lottare per un obiettivo comune, formare un gruppo classe superando le diversità caratteriali e le difficoltà.