Stella, tredicenne con la passione per il Judo e per il giornalismo, ha una storia con il suo coetaneo Seba. Sicura della maturità del ragazzo, in un momento di ingenuità, condivide con lui un video molto privato, senza preoccuparsi delle conseguenze. Quando realizza che il contenuto si è diffuso a macchia d’olio sui cellulari di tutti gli studenti della scuola, è ormai troppo tardi. Nel giro di pochissimo, la studentessa diviene il pettegolezzo della scuola, centro e soggetto di sguardi critici, parole pungenti, scritte offensive e bigliettini sarcastici che contribuiscono ad alimentare il suo senso di frustrazione. Al giudizio steso dagli studenti fa eco quello dei genitori di alcuni alunni quando, di fronte alla diffusione della notizia, invitano i propri figli a stare lontano da una ragazzina tanto superficiale. I soli a sostenerla sono gli amici di sempre -Saverio e Andrea-, l’inizialmente scostante e dura Cate, l’insegnante di Judo e i familiari (la madre insieme al nuovo compagno e al figlio di quest’ultimo e il padre della ragazzina). Scritta da Simona Ercolani e diretta da Valentina Bertuzzi, Crush – La storia di Stella è un teen drama adatto a tutti, ma dallo sviluppo narrativo troppo semplice al punto da risultare poco interessante proprio per quegli adolescenti che tenta di approcciare. Ciononostante, la serie ha il merito di affrontare con delicatezza un tema di grande attualità, ovvero quella dell’affettività e dell’amore tra i giovanissimi in un’era dove tutto è condivisione e nulla merita di essere custodito, preservato o protetto.
Prodotta dalla Stand by Me in collaborazione con Rai Kids, Crush – La storia di Stella si inserisce in un progetto di più ampio respiro le cui intenzioni sono esplicitate sin da subito dalla scelta del titolo. Il termine Crush, difatti, ha un duplice significato, traducibile da un lato la parola “cotta”, “innamoramento” e dall’altro con il verbo “distruggere”, “frantumare”.
Non a caso, quindi, la vicenda di cui è protagonista Stella si propone di indagare la sua storia con Seba, incrociando questa storyline sentimentale con quella più tristemente attuale della pratica del sexting e del fenomeno del cyberbullismo.
Il racconto è contestualizzato all’interno di una struttura narrativa lineare, la trama scorre via senza riservare particolari sorprese allo spettatore, ma lo sviluppo, seppur davvero prevedibile, affronta le questioni principali da diverse sfaccettature, suscitando utili riflessioni e aprendo a spunti di comunicazione di cui poter discutere con i ragazzi più giovani.
Il tema dell’affettività nell’era della condivisione digital e social, per esempio, non può essere scisso da una riflessione sulle conseguenze generate dall’uso inconsapevole e improprio che molti ragazzi fanno degli strumenti tecnologici che hanno tra le mani. Nella serie, lo smartphone si presenta come uno dei protagonisti del racconto, al punto da inserirsi all’interno del linguaggio audiovisivo attraverso il ricorso a immagini che richiamano sia il formato delle stories di Instagram, contenuto utilizzato da Stella per dare voce ai suoi pensieri, sia il quotidiano ricorso a messaggi e chat.
La consapevolezza di aver commesso un errore e l’impossibilità di cambiare il corso degli eventi passati, invita la protagonista a prendere atto della realtà, trovare la forza di reagire alle meschinità di tanti suoi coetanei e il coraggio di denunciare. Intorno alla tematica dell’affettività se ne sviluppano molte altre. Quella dell’amicizia e della solidarietà femminile emerge nel rapporto tra Stella e la burbera Cate, che si rivela un prezioso sostegno, così come nella relazione tra Stella e la sua insegnante di Judo, mentre quella della gelosia o dell’amore non corrisposto coinvolgono in maniera più diretta i personaggi di Francesco e Saverio.
La famiglia resta un punto fermo così come le passioni e le ambizioni personali. I genitori di Stella sono presenti e proiettati all’ascolto e il giornalismo diviene àncora di salvezza e strumento per raccontare, grazie al sostegno e al coinvolgimento della celebre influencer Eleonora Olivieri, il lato più triste della sua personale vicenda. A tutto ciò si aggiunge infine il tema dello sguardo. La storia è raccontata dal punto di vista di Stella, ma è interessante notare come quella dello sguardo sia una questione che si estende a una pluralità di personaggi: non solo quello più superficiale di Seba, incapace di comprendere fino all’ultimo la gravità delle sue azioni, ma anche quello delle istituzioni e quello connivente e complice di numerosi studenti.
Marianna Ninni
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