Trovate la recensione delle stagioni precedenti qui e dei precedenti episodi della sesta stagione qui.
Nei cinque episodi centrali della stagione, vendetta e perdono si sfidano in uno scontro all’ultimo calcio. Le vite dei ragazzi e degli adulti si intrecciano, così come il presente e il passato di una storia del Karate che si porta dietro ferite e segreti non risolti.
I giovani membri del Miyagi Dojo si trovano alle prese con gli errori personali fatti ai danni dei compagni per primeggiare nella competizione del Seikai Taikai, oltre a dover fronteggiare gli avversari spesso sfrontati e violenti degli altri Dojo. Che cosa avrà la meglio? L’istintività o l’equilibrio? L’orgoglio o la fratellanza? Le proprie debolezze o lo sguardo pieno di stima dei maestri che sanno guardare oltre e vedere in ogni ragazzo le potenzialità umane, ancora prima di quelle sportive?
Cobra Kai dimostra ancora una volta di saper cogliere con profondità e serietà il valore della relazione allievo/maestro, indispensabile per la crescita di un adolescente e per lo sviluppo della capacità di perdonare e perdonarsi dopo ogni errore, vero segreto per non perdere mai nella vita. Allo stesso tempo, lo sguardo dei ragazzi si rivela più volte utile agli adulti per riscoprire il valore del proprio compito educativo, che spesso rischia di annacquarsi dentro le piccole o grandi rivalità personali.
Anche Daniel, così come Johnny, dovrà imparare a perdonare i fantasmi del suo passato, per evitare che la sua istintività si trasmetta inevitabilmente alle giovani generazioni finendo, come purtroppo si vedrà nel corso della storia, per distruggere piuttosto che costruire, trasformando un tappeto di karate in un luogo di morte.
Anche se con un po’ più di violenza e turpiloquio, questi episodi riconfermano la positività di una storia che punta sull’onesta e sui valori familiari e comunitari. Un prodotto adatto ad un pubblico largo, che si presta al dialogo su temi educativi e intergenerazionali, e che punta ancora su figure di maestri e padri se non perfetti, comunque sempre in cammino per migliorarsi.
Ilaria Giudici
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