Pavia, anni Novanta. Massimo “Max” Pezzali ha appena vissuto una delle peggiori tragedie nella vita di un’adolescente: è stato bocciato all’ultimo anno di liceo. Dopo un’estate trascorsa ad aiutare i genitori nel loro negozio di fiori, tra consegne e servizi funebri, e una sbandata per una delle ragazze più carine della città, Max cambia scuola. Qui conosce il suo nuovo compagno di banco, Mauro Repetto. I due condividono una grande passione – la musica – e insieme daranno origine a una delle band italiane più famose, gli 883.
Scritto e diretto da Sydney Sibilia – regista della trilogia Smetto quando voglio e di Mixed by Erry – la serie è un racconto di formazione fresco e divertente, capace di riunire davanti allo schermo più generazioni, esattamente come le canzoni degli 883 continuano a fare ancora oggi.
La Pavia degli anni ’90 è una provincia sonnacchiosa in cui la vita si muove lenta tra bar, negozi di quartiere e passeggiate sul lungofiume. Non certo l’ambiente più stimolante per un diciottenne che sogna l’America, che ascolta il rock e il punk di star internazionali e che sogna una grande storia d’amore con Silvia, la quale però – dopo una serata in motorino e un bacio fugace – è partita per trascorrere le vacanze a Palinuro. È stata Silvia a dare a Max la spintarella che gli serve per passare dall’ascoltare musica a tentare di farla in prima persona, ma sarà l’incontro con Mauro Repetto a cambiare tutto.
Mauro, con la sua cascata di riccioli biondi, è un entusiasta, che non accetta “no” e trascina il povero Max nei suoi folli piani, prima per cercare di convincere un dj americano a sentire una sua cassetta, poi per partecipare a una trasmissione televisiva condotta da un Jovanotti in erba a Milano. Se Max appare fin da subito il più talentuoso della coppia, è Mauro a prendere molte decisioni importanti e a spingere l’amico a uscire dalla sua comfort zone. Ed è proprio l’amicizia tra i due il perno del racconto, un’amicizia narrata in modo leggero, accattivante e molto divertente, anche grazie all’utilizzo della voice over di Max, che spesso interviene per commentare quanto accade in scena e mettere in luce come – nella loro storia – il caso e la fortuna abbiano giocato un ruolo fondamentale.
Il risultato è un prodotto intergenerazionale che ha riscosso un grande successo (al momento, la serie risulta il prodotto originale Sky più visto degli ultimi otto anni). Sarà merito di una storia pulita, senza eccessi o picchi drammatici ma comunque capace di emozionare, che parla di temi universali, come la paura di non farcela, il desiderio di riscatto e la voglia di trovare la propria voce. Il tutto venato di nostalgia e affetto per gli anni ‘90, per la loro musica, i loro vestiti, i loro device apparentemente così complessi eppure così immediati, capaci di tenere uniti due amici in una tavernetta per interi pomeriggi, settimana dopo settimana.
Cassandra Albani
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