The Acolyte è una serie ambientata nell’universo di Star Wars circa cento anni prima del film La Minaccia Fantasma, ovvero un secolo prima dell’inizio delle vicende di Anakin Skywalker/Darth Vader. Le protagoniste della serie sono due sorelle gemelle dal passato oscuro, Mae e Osha, che si ritrovano dopo sedici anni in cui entrambe credevano che l’altra fosse morta.
Mae, meccanico di astronavi ed ex Jedi, viene messa in cima alla lista dei sospettati dell’omicidio di un potente Maestro assassinato da una persona corrispondente esattamente alla sua descrizione. A guidare le indagini c’è il suo ex maestro Sol, che si dimostra ancora affezionato a Mae ed è sicuro della sua innocenza.
La ricerca dell’assassina porterà presto a rivelare che la sorella di Mae, Osha, è ancora viva, e che sta percorrendo un sentiero oscuro come discepola di un misterioso maestro che conosce le vie della Forza (la potenza che nel mondo di Star Wars scorre in tutte le cose viventi e può essere controllata da alcuni) e che ha un grande desiderio di vendetta nei confronti dei Jedi.
The Acolyte porta gli spettatori in un’epoca inesplorata del mondo televisivo e cinematografico di Star Wars, proponendo una trama mistery abbastanza semplice e delle scene d’azione e combattimenti con spade laser che riportano ai fasti delle trilogie prequel, con l’intento di fornire una nuova comprensione del senso di bene e male nell’universo dei Jedi. Proprio questo intento retorico, insieme a una trama non estremamente accattivante, rende questa serie non molto convincente.
La reazione dei fan a The Acolyte è stata perlopiù negativa, con una valutazione pessima del pubblico su Rotten Tomatoes, probabilmente dovuta anche a un massiccio review bombing (la valutazione negativa o positiva posticcia fatta da account finti o bot), ma che comunque restituisce un sentire abbastanza diffuso nei fan meno specialisti di Guerre Stellari, ovvero quei fan che non conoscono i fumetti, i libri, le opere realizzate da altri fan, ma che seguono generalmente i film e a volte le serie tv della “galassia lontana lontana”.
The Acolyte è produttivamente molto ricca, che con i suoi 180 milioni di budget è probabilmente la serie live action di Star Wars più costosa (considerando un minutaggio ridotto rispetto ad Andor e Kenobi), e si vede: ci sono molti personaggi con diverse caratterizzazioni, tante spade laser, molte razze di alieni, molti pianeti differenti… Al di là di questi aspetti produttivi, c’è qualcosa di profondo che stona rispetto a ciò che si potrebbe aspettare chi sta per entrare in una nuova epoca di Star Wars: quello che non convince è la caratterizzazione dei Jedi e della questione morale.
Da subito i Jedi, i guardiani della pace galattica, vengono presentati come moralisti, rigidi e inutilmente rigorosi, o buoni ma essenzialmente corrotti. Certo, sappiamo che dopo cento anni – a causa della loro incapacità di percepire il male e per essere diventati troppo arroganti – falliranno e verranno sterminati, ma i Jedi in The Acolyte sembrano proprio la caricatura di quello che dovrebbe essere un ordine cavalleresco di un’epica fantascientifica. Se pensiamo ai personaggi della saga cinematografica, che dovrebbero essere dei Jedi “crepuscolari” rispetto a quelli di The Acolyte, sembra impossibile che i protagonisti di questa serie siano i “nonni” dei vari Qui Gon Jin, Obi Wan Kenobi, Mace Windu, Dooku, etc. Senza considerare come i Jedi dell’epoca degli Skywalker siano stati approfonditi nelle serie televisive animate negli altri due live-action a tema spada laser (Kenobi e Ashoka): cavalieri imperfetti ma che conoscono il mondo e il senso della loro missione.
Né empatici né arguti, l’impressione è che i Jedi in The Acolyte servano solo agli scopi autoriali per introdurre una nuova tesi nel mondo di Star Wars: il bene e il male non esistono, ci sono solo le emozioni e chi le accetta o meno.
A questo aspetto di relativizzazione dell’etica Jedi si aggiunge un altro intento di rottura rispetto all’universo Star Wars che conosciamo, che si traduce anche nella rappresentazione di una famiglia formata da sole donne. Una direzione sottolineata dalla showrunner Leslye Headland che in un’intervista ha definito, scherzando in risposta a una domanda, questa serie come la più gay di Star Wars.
The Acolyte è una serie che sembra essere scritta con intenzioni iconoclaste e rivolta solo a chi vive di Star Wars (dai fumetti alle fan fiction) e conosce tutte le sfaccettature dell’epoca in cui è ambientata, mentre chi segue Guerre Stellari da spettatore cinematografico o seriale, e avrebbe voluto vedere una storia nell’epoca d’oro dei Jedi, si troverà probabilmente deluso.
Tommaso Cardinale
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