Trovate la recensione delle stagioni precedenti qui.
Il 16 maggio sono approdati su Netflix i primi quattro episodi della terza stagione di Bridgerton (seguiti, il 13 giugno, dai successivi e ultimi quattro). Il rilascio in due tempi è la strategia adottata dalla piattaforma per evitare che l’hype, ovvero l’interesse, suscitato dai suoi titoli di maggior successo si esaurisca troppo velocemente. In questa terza stagione, Bridgerton torna agli elementi cardine del suo dna: una messa in scena sontuosa, costumi sfarzosi, balli sfavillanti e una storia d’amore complicata. In questo caso, la coppia protagonista è composta da Colin, terzogenito della famiglia Bridgerton, e da Penelope Featherington, sua amica storica, ragazza abituata a rimanere nelle retrovie e di cui, nelle stagioni precedenti, abbiamo scoperto un importante segreto. In questa stagione, Penelope si convince della necessità di trovare un marito, per sfuggire al giogo della madre e all’infausto destino di rimanere zitella per il resto della sua vita. Date le difficoltà dell’impresa, Colin si offre di aiutarla a testare il suo fascino, per incrementare le sue chance di fare colpo sui gentiluomini londinesi. Il piano, tra alti e bassi, sembra avere successo, dato che Pen attira l’interesse di lord Debling, facoltoso amante della natura e dei viaggi oltreoceano. Ma i sentimenti che la legano a Colin non saranno facili da cancellare… Riuscirà a coronare il suo sogno d’amore o il segreto che nasconde manderà a monte tutto?
Bridgerton 3 sceglie di limitare le scene erotiche che hanno caratterizzato la prima e la seconda stagione e di abbandonare la classica storia romantica un po’ adolescenziale per affrontare un amore più maturo e consapevole, che affronta temi anche complessi. È possibile che l’amicizia si trasformi in amore e che ci sia passione anche se ci si conosce fin da quando si era piccoli? È giusto sacrificare una parte fondamentale di sé pur di essere amati? E ancora, può esserci vero amore in presenza di bugie e segreti?
Molto interessante è l’evoluzione del personaggio di Colin, che dal soggetto un po’ infantile e facilmente manipolabile delle stagioni precedenti, si trasforma in un uomo adulto, innamorato, ma che fatica ad accettare che la sua compagna possa avere un successo e una vita indipendenti da lui. Colin deve accettare che il vero amore non si identifica con il possesso e non si esaurisce nella mera protezione del soggetto (solo apparentemente) più debole, ma coincide con la completa accettazione dell’altro, anche e soprattutto di quelle parti che esulano dal rapporto a due e che rendono l’amato diverso da noi. Non a caso, qualcuno ha definito questa stagione come la “storia d’amore di Penelope prima di tutto con sé stessa”. Pen deve uscire dal guscio, deve avere il coraggio di affermare ciò che è e di far sentire la sua voce, senza più nascondersi dietro maschere o sotterfugi.
La storyline principale è arricchita dalle sottotrame degli altri personaggi, che serviranno da set-up per le stagioni successive. Eloise, allontanatasi dalla sua amica storica Penelope, si avvicina a Cressida, scoprendo una ragazza più fragile e meno superficiale di quanto non appaia a prima vista; Benedict finisce nel letto di un’affascinante vedova; Kate e Anthony si godono le gioie del matrimonio e cercano un equilibrio nella gestione della casa e della famiglia, cercando di non scavalcare lady Violet; Francesca diventa la favorita della regina e deve destreggiarsi tra i corteggiatori e la ricerca di un uomo con un carattere simile al suo; Will Mondrich e sua moglie ricevono un’eredità inaspettata e godono all’improvviso dei privilegi (ma anche dei limiti) della loro nuova condizione.
In questa nuova stagione, Bridgerton si conferma per quello che è. Un prodotto d’intrattenimento leggero, gradevole, molto ricco esteticamente e la cui visione non richiede un grande impegno mentale. Peccato che paghi il dazio alle tematiche queer che ormai sembrano dover essere necessariamente presenti in ogni prodotto seriale, a costo di stratagemmi narrativi poco credibili e forzati. In questo caso, a esserne interessati sono i personaggi di Benedict, che cerca di convincersi – e convincerci – che la libertà si acquisti attraverso una relazione meramente sessuale (e non sentimentale) a tre, con un uomo e una donna – e Francesca, per cui gli autori hanno scelto un twist narrativo radicale e al momento molto poco apprezzato dai fan dei romanzi della Quinn.
Cassandra Albani
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