CONSIGLIATO DA ORIENTASERIE
Ideato da Dan Fogelman, sceneggiatore di alcuni film Disney e Pixar (tra i quali Cars e Rapunzel) e di un grande successo come Crazy, Stupid, Love, This is us è un ottimo prodotto televisivo che mescola sapientemente commedia e dramma. La serie racconta le vicende della famiglia Pearson (padre, madre e tre figli, di cui due gemelli naturali e l’altro adottato), che si barcamenano tra le piccole e grandi difficoltà della vita. L’elemento più originale della serie consiste nella sua costruzione temporale: ai segmenti narrativi che raccontano la vita attuale di Kevin, Kate e Randall (i tre fratelli) si alternano numerosi flashback (e qualche flashforward), che si riferiscono per la maggior parte alla loro infanzia e adolescenza e alla meravigliosa storia d’amore dei loro genitori, Jack e Rebecca. Il fatto di essere una serie corale (i protagonisti sono cinque, senza contare i numerosi comprimari) permette a This is us di esplorare una molteplicità di tematiche anche complesse (dai disturbi alimentari alle dipendenze, dalle relazioni amorose riuscite o fallimentari alle difficoltà sul lavoro), il tutto però sempre in un’ottica ottimista e positiva. Il grande pregio della serie, infatti, risiede nel fatto di trattare argomenti “difficili” (mostrando i personaggi anche nelle loro fasi di “down”), ma senza rinunciare mai a mettere in scena la loro risalita. Perché, come dice quello che può essere considerato un po’ il motto di This is us, “non esiste nessun limone tanto aspro da non poterci fare qualcosa di vagamente simile a una limonata”.
La volontà di realizzare un prodotto come This is us risponde un po’ alla stessa esigenza che ha portato, nel Regno Unito, all’ideazione di Downton Abbey. Fogelman ha infatti dichiarato in più occasioni di aver concepito la serie in contrapposizione allo stile dark e cinico di molti prodotti televisivi contemporanei, nonché alla negatività messa in scena quotidianamente dai mezzi di informazione. Proprio in alternativa a questa tendenza dominante, Fogelman ha voluto dar vita a un prodotto in cui, al di là dei drammi e delle difficoltà personali (che pure vengono messe in scena), il tono generale sia di speranza e ottimismo.
This is us, infatti, è una serie in grado di commuovere e di far sentire bene il pubblico. Questo perché, ogni volta che lo spettatore si siede davanti allo schermo per guardare una puntata, sa già che, alla fine dell’episodio, sarà di un umore migliore rispetto a quello con cui ha iniziato a guardarlo. This is us è stata infatti capace di comprendere e di rispondere a un preciso desiderio dello spettatore, che la maggior parte dei prodotti coevi ha invece ignorato: vale a dire, il bisogno di un lieto fine, non semplicistico, non scontato, ma comunque promesso e garantito.
Proprio da questa premessa, a cui gli ideatori non sono mai venuti meno (almeno nelle quattro stagioni andate in onda fino a questo momento), deriva il tono della serie, che mescola in modo originale e convincente diversi toni, alternando momenti drammatici a picchi di comicità che alleggeriscono l’atmosfera e strappano più di un sorriso.
Come si è accennato, l’elemento più originale di This is us consiste nella costruzione temporale dei singoli episodi, che alternano momenti e storyline ambientati nel presente ad altri riguardanti il passato. Anzi, diversi momenti del passato, dal momento che si va dall’infanzia di Jack e Rebecca (i genitori), al loro primo incontro e alla nascita della loro storia d’amore, fino a episodi tratti dalla loro vita matrimoniale e famigliare. In questo modo, le puntate – oltre a portare avanti la linea narrativa orizzontale – esplorano diverse tematiche o aspetti della quotidianità di una famiglia straordinaria e, insieme, normalissima.
A questo si aggiunge la coralità di This is us, che – nelle intenzioni di Fogelman – doveva essere una sorta di “versione dramedy” (drama + comedy) di Lost, soprattutto per il fatto di mettere in scena numerosi personaggi le cui vite si incrociano in momenti diversi, evolvendo nel tempo e influenzandosi a vicenda. Un unico elemento, se vogliamo, accomuna le storyline dei tre protagonisti della trama ambientata nel presente: ovvero, la scarsa fiducia in se stessi, che, pur prendendo strade diverse, finisce, in fondo, per indebolirli tutti. Ed è quella fiducia che Kate, Kevin e Randall ritrovano in famiglia, ogni volta che decidono di tornare a casa e di cercare, negli altri prima che in loro stessi, la forza per andare avanti.
Il 24 maggio 2022 è andata negli Stati Uniti l’ultima puntata della sesta (e ultima) stagione di This is us (in Italia, invece, gli episodi sono stati trasmessi dal canale Fox di Sky, dal 2 maggio al 27 giugno 2022). In questa stagione vediamo giungere a compimento gli archi narrativi di tutti i personaggi che abbiamo imparato a conoscere e ad amare negli ultimi sette anni. Scopriamo se e come Randall ha portato avanti la sua carriera politica, se Kate e Toby sono stati in grado – malgrado la lontananza fisica ed emotiva ormai sempre più evidente – di salvare il loro matrimonio e se Kevin è riuscito finalmente a trovare una compagna per la vita (nel suo caso, sarà vero che “certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano”?).
Non mancano episodi dedicati a personaggi importanti, eppure rimasti sempre un po’ in secondo piano. È il caso, ad esempio, dell’episodio 4, dedicato alla madre di Jack, dell’8, dedicato alla veterana ed ex fidanzata di Kevin Cassidy, e dell’emozionantissimo 15, dedicato a Miguel, il secondo marito di Rebecca. Sullo sfondo assistiamo al prosieguo ineluttabile della malattia di Rebecca, raccontato dagli autori con grande sensibilità e delicatezza.
Gli spettatori conoscono già quello che, probabilmente, sarà il punto di arrivo della storia (ci è stato mostrato alla fine della terza stagione): quello che resta da capire, invece, è come arriveranno a quel finale. This is us, infatti, è stata la serie che più di tutte, negli ultimi anni, si è dimostrata capace di rendere le piccole cose degne di essere raccontate. Non è infatti la sorpresa o il colpo di scena (malgrado questi non manchino) ad attrarre lo spettatore e a tenerlo incollato davanti allo schermo, quanto piuttosto il fatto di veder narrata, con maestria e con un tono capace di far ridere e piangere contemporaneamente, una storia unica e, allo stesso tempo, universale.
Cassandra Albani
Temi di discussione:
• La famiglia come punto di riferimento e porto sicuro a cui fare sempre ritorno;
• L’amore coniugale raccontato in tutte le sue fasi, dall’innamoramento alla costruzione di una quotidianità solida e arricchente, nonostante le difficoltà;
• La necessità di aprirsi agli altri nei momenti più bui, perché nessuno si salva da solo.