I Medici


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Frank Spotnitz, Nicholas Meyer
INTERPRETI: Richard Madden, Stuart Martin, Dustin Hoffman, Annabel Scholey, Alessandro Sperduti, Alessandro Preziosi, Miriam Leone, Daniel Sharman, Brian Cox, Bradley James, Sean Bean, Matteo Martari, Alessandra Mastronardi, Sarah Parish
SCENEGGIATURA: Frank Spotnitz, Nicholas Meyer
PRODUZIONE: Big Light Productions, Lux Vide, Wild Bunch, Rai Fiction, Altice Studio
ANNO DI USCITA: 2016-2019
STAGIONI: 3 (24x48-55')
PRIMA MESSA IN ONDA: Rai1
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Prime Video
GENERE: drammatico, storico, in costume

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >14
Presenza di scene sensibili: qualche scena di nudo e a contenuto sessuale, nella prima e seconda stagione; alcune scene di guerra e violente nella terza stagione

CONSIGLIATO DA ORIENTASERIE

Le tre stagioni de I Medici appaiono come i frutti più maturi del tentativo, perseguito in particolar modo negli ultimi anni e voluto fortemente dalla Rai e dalla Lux Vide, di realizzare coproduzioni televisive di alta qualità, spesso basate su personaggi storici o romanzi celebri (si veda, ad esempio, il filone russo, con gli adattamenti di Guerra e Pace e Anna Karenina) e adatte anche all’esportazione internazionale. Questi prodotti sono guidati da una duplice esigenza: l’intrattenimento prima di tutto, ma anche il tentativo di educare gli spettatori, avvicinandoli alla conoscenza di personaggi ed eventi fondamentali, come in questo caso, per la storia e la cultura italiane, ma ancora poco conosciuti al grande pubblico.
La prima stagione de I Medici ha come protagonista Cosimo de’ Medici e narra l’ascesa al potere della famiglia fiorentina, le trame intessute per indebolirla e la complessa costruzione della cupola del Duomo di Firenze. La seconda e la terza stagione, invece, costituiscono una sorta di dittico incentrato sulla figura di Lorenzo il Magnifico, il quale, abbinando a un’acuta visione politica un grande gusto per le arti e la bellezza, fece di Firenze la vera capitale culturale dell’Italia del Quattrocento.
Al di là di qualche inesattezza storica e di un’evidenze insistenza sugli elementi più drammatici e ricchi di pathos delle vicende riguardanti la famiglia de’ Medici (gli odi, gli amori, gli intrighi, i tradimenti…), ai creatori della serie va senz’altro riconosciuto il merito di aver aspirato a una televisione capace di competere con gli standard internazionali e di svecchiare e rendere appassionante la storia.

 

 

Approfondimento

Le tre stagioni de I Medici sono un prodotto indiscutibilmente bello da un punto di vista estetico. Il modello della co-produzione ha infatti messo a disposizione della serie ingenti risorse economiche, nonché ottimi attori e valide maestranze italiane e straniere. Anche se ambientata e girata in Italia, I Medici si avvale di un cast internazionale (è infatti girata in lingua inglese), con cammei riservati a vere e proprie star (si pensi, ad esempio, alla breve apparizione di Dustin Hoffman nei panni di Giovanni di Bicci de’ Medici nella prima stagione). La scelta degli attori, la grandiosità delle scenografie e degli ambienti, lo sfarzo dei costumi sono sicuramente elementi su cui si è puntato molto per attrarre il pubblico e per rendere la serie appetibile anche sul mercato estero. Ma il vero punto di forza de I Medici risiede nel tentativo, in gran parte riuscito, di raccontare un pezzo di storia fondamentale per il nostro Paese in una chiave nuova e moderna.

Uno “svecchiamento” della storia e la modernizzazione dei personaggi femminili

Proprio da questo obiettivo, sempre chiaro nella mente degli ideatori, derivano vari espedienti narrativi, che hanno suscitato qualche critica su una rilettura giudicata poco attinente ai fatti reali, ma che senza dubbio hanno contribuito ad attrarre un pubblico più giovane e variegato di quello abituato a seguire la tipica fiction italiana. Nella direzione di “svecchiare la storia” va, ad esempio, l’attenzione dedicata alla costruzione di personaggi tridimensionali, non relegati nel passato, ma estremamente moderni, di cui vengono illustrate le ragioni “di cuore e di pancia” nascoste dietro a molti eventi storici. Poco importa se, talvolta, l’esigenza di rendere il racconto appetibile per il pubblico di oggi ha portato a un’eccessiva enfasi sugli aspetti drammatici e un po’ soap operistici delle vicende, modificando alcuni dettagli sulla vita e la morte di certi personaggi (alcune “banali” morti causate dalla malattia sono state sostituite con decessi molto più sospetti e misteriosi…) e omettendo alcuni passaggi giudicati meno comprensibili o più noiosi. Sempre nella direzione di modernizzare la storia va anche la valorizzazione di alcuni personaggi femminili (soprattutto le donne della famiglia Medici, come Contessina de’ Bardi, la moglie di Cosimo, Clarice Orsini, moglie di Lorenzo, e Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo e Giuliano de’ Medici).

Lorenzo il Magnifico, da mecenate ad antieroe

Se la prima stagione mette in scena l’ascesa della famiglia  Medici, raccontando le minacce interne ed esterne che si trova costretta ad affrontare e il sogno di Cosimo de’ Medici di regalare a Firenze un simbolo degno della sua grandezza, è con la seconda e la terza stagione che la serie raggiunge le vette di racconto più alto. Le due stagioni, infatti, costituiscono una sorta di dittico, separato da un evento drammatico fondamentale per i Medici: la congiura dei Pazzi, in cui perse la vita l’amatissimo fratello di Lorenzo, Giuliano. Questa cesura segna anche una variazione nel tono generale delle due stagioni: da una seconda, che si concentra sulla giovinezza di Lorenzo, personaggio ancora totalmente positivo e luminoso, a una terza molto più cupa, in cui il protagonista si trasforma in una sorta di antieroe, ossessionato dal desiderio di vendetta e molto più disponibile a sacrificare la felicità sua e dei suoi familiari in nome di un ideale politico tanto più irraggiungibile quanto più astratto. Non è un caso, infatti, che a una tale diversità di tono corrisponda anche una variazione evidente degli antagonisti: da figure concrete e umane (i membri della famiglia Pazzi), la furia di Lorenzo va sempre più concentrandosi su avversari intangibili e per questo molto più forti (Dio e il lato oscuro che si annida nella sua anima). Ed è solo quando Lorenzo si rende conto dell’inutilità di una simile guerra e accetta la sua limitatezza, che può morire in pace e lasciare un’eredità politica e culturale, che sebbene incompiuta, è destinata a germogliare nel futuro di Firenze e dell’Italia.

Cassandra Albani

Temi di discussione

  • Il conflitto tra ragioni pubbliche e private, tra la politica e la famiglia
  • Il ruolo fondamentale delle donne, da semplici “ornamenti” a figure-chiave in molteplici occasioni
  • Il ruolo della finanza e delle ricchezze personali: egoismo o servizio alla società?